IV - Duarte conosce Papion. Papion è dappertutto

12/07/2023
da: I racconti di Turda

Duarte conosce Papion. 

Papion è dappertutto.


Il brano che segue ci conferma per la prima volta, inequivocabilmente, che Duarte si trova proprio nel giardino del caffè La Papion: quello che lui chiama "il giardino della casa di Ion Raţiu", perché il caffè Papion, oggi centro culturale, trae le sue origini nella stirpe della famiglia Raţiu.

dal diario di Duarte - 31 agosto

Questo giardino, il giardino di Ion Raţiu, corte interna tra le case, mi è parso già dalla prima volta simile alle terrazze affacciate sui canali di Amsterdam. Sui tralci delle tettoie cresce dell'uva, ma nonostante ciò mi sembra lo stesso, qui dentro la corte, di navigare sui laghi della Nuova Zelanda, tra le terre fantasiose di Tolkien.

Cinguettii all'ombra e aria fresca: di nuovo, la realtà si trasforma nel campeggio tedesco della mia infanzia (il campeggio Cicogna), all'ombra della pineta e delle roulottes. Quando non è campeggio, torna ad essere un canale della capitale olandese, io affacciato su un piccolo ponte, come quelli veneziani; sotto, una barca da fiume oblunga, di legno lucido, che scivola sull'acqua. Il sole illumina le piazze con le sedie all'aperto. Il giugno dei Paesi Bassi si apre ai turisti, rilassato. Lungo le facciate delle case dai tetti fatte a scale, si passeggia: là dove non ci sono automobili, nel paese di Rembrandt. Le piazze sui canali sono uguali a quelle di Berlino Est. Finché c'è sole ci saranno uccelli che cinguettano, Olandesi seduti sulle sedioline degli slarghi pavimentati a San Pietrini, barche fluviali che navigano con tranquilla costanza; e caffè dove si fuma erba, bevendo di fronte ai corsi d'acqua.

[Ora, le poche righe che seguono rappresentano la prima di una delle tante allucinazioni che segneranno il percorso di Duarte. Sono allucinazioni buone; non pericolose. Niente di patologico, affatto. Sono come innocenti sogni ad occhi aperti, in cui Duarte si convince ogni volta, per un attimo, di tutto quello che va inventando]

Eccolo. Lo vedo: Ion Raţiu, di pietra, si alza dai gradini di terracotta e di legno transilvano, entra nel parco tra i cinguettii dei passeri, esce nella piazza olandese, si mette seduto vicino a qualche ragazzo del posto e, politicamente corretto, fuma dell'erba che aveva in tasca.

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